IL GIARDINO DELLE ESPERIDI: NOTE A MARGINE DELLA MOSTRA
(Di Gabriella Belli)
…..A scorrere il bel volume che La Cerchia ha voluto dedicare a tanti sforzi e risultati, ottenuti in anni di sistematico e coerente lavoro da parte di tutti i componenti il gruppo, più facilmente oggetto di un’attenzione critica di livello extraterritoriale che locale, si ritrovano i presupposti di un cammino culturale e storico-artistico, che coincide in senso lato con l’identità storica della nostra regione, intendendo con questo il rivelarsi nel loro lavoro di una tradizione che, grazie a queste presenze, entra proprio nel vivo della contemporaneità e trova i suoi presupposti nella storia artistica del Trentino di questo nostro secolo. Il problema dell’identità è del resto la risultante principale di qualunque dibattito serio sulle questioni dell’arte e sull’idea di appartenenza ad uno piuttosto che ad un altro gruppo. Il condividere gli stessi ideali non è una condizione necessaria o esclusiva per l’appartenenza, soprattutto nel campo dell’arte, dove la creatività dovrebbe a ragione porsi come atto originale e squisitamente individuale. Semmai è la volontà comune di ricercare strade e modi di appartenenza appunto, in senso più ampio, quello che si potrebbe definire l’appartenenza ad un ciclo storico e cronologico ben determinato, senza per questo provocare defezioni o tradimenti rispetto alle proprie singole specificità e individualità appunto.
La storia de La Cerchia sembra in questa direzione esemplare, anche per le connessioni strette con il dibattito politico-culturale del territorio, là dove soprattutto i suoi interventi sono valsi a risoluzione di problematiche di ordine generale e di interesse pubblico, che qui non vanno certo dimenticati. “un gruppo di artisti, salvo tradire se stesso – scrive Mariano Fracalossi nella prefazione all’edizione che ricorda il decennale della fondazione de La Cerchia (1996) - “non può chiamarsi fuori dal dibattito più generale della visualità, specie nei confronti del proprio territorio e quindi con particolare attenzione a quanto in esso viene determinato dalla pubblica amministrazione anche, e non solo, attraverso le specifiche istituzioni di settore”.
Ma è soprattutto il campo dell’arte, della sperimentazione, dell’invenzione dei linguaggi, dell’accreditamento nazionale dei suoi vari componenti, che può interessare maggiormente chi scrive e chi legge. Ed è soprattutto in relazione alla curiosa nuova iniziativa Nel giardino delle Esperidi. La mela tra mito e realtà che vale la pena intervenire sul piano critico per valutarne la portata proprio nello spirito di identità di cui si parlava più sopra.
Attenti a sviluppare il tema secondo una cadenza del tutto individuale, i lavori di questa mostra scorrono dunque sotto i nostri occhi portando il segno di una tradizione personale. Commentare con la propria pittura – ma uguale difficoltà sarebbe con la letteratura o la poesia – un tema dato non è cosa facile, ma esercita sicuramente ad un obiettivo di comunicazione che mi pare possa essere metodologicamente un assunto importante per l’arte. Comunque costituisce una sfida sincera ai propri mezzi espressivi e alle proprie sensibilità…..